Mali minori by Simone Lenzi

Mali minori by Simone Lenzi

autore:Simone Lenzi [Lenzi, S.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economica Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00


Una pizza e una Coca

È tipico delle classi agiate occidentali, almeno dai tempi di san Francesco, farsi prendere periodicamente da smanie pauperistiche.

E come oggi, ad esempio, vi sono molti che predicano la cosiddetta “decrescita felice”, vi furono, negli ultimi rantoli del secolo XV, quelli che organizzavano i falò delle vanità nelle piazze toscane.

E come oggi si crede che le riserve della Natura siano destinate ad esaurirsi per la smania di benessere, in altri tempi si pensava invece che fosse la Grazia dei santi, pur sovrabbondante, a venir prosciugata dalla crescente peccaminosità dell’uomo. Se da un punto di vista macroeconomico questi ricorrenti mea culpa di classe incidono tutto sommato poco sulla ricchezza delle nazioni, aiutando semmai a sviluppare filiere produttive di lusso alternativo (dalla Natività mistica del Botticelli fino a quei mazzi di asparagi da colture non ogm che una volta mi rifilarono a New York per 40 dollaroni), essi incidono tuttavia nella formazione di quei bambini che la sorte ha voluto far nascere in una di queste famiglie che si piccano di migliorare il mondo.

Così, nella prima metà degli anni Settanta, parve a molti urgente e salvifico combattere in ogni modo il “consumismo”. Con questo termine si intendeva il desiderio smodato della massa di accaparrarsi beni atti a soddisfare bisogni artificiosi, ingenerati nei cuori semplici dal lavaggio del cervello pubblicitario.

A casa di Francesco, così, fu dapprima eliminato il televisore.

La sera si sarebbe meglio potuto leggere un buon libro o fare quattro chiacchiere in famiglia, piuttosto che abbrutirsi con quell’oppio di immagini stupefacenti volte a distrarre l’uomo dai suoi bisogni più veri e a impedirgli di prendere coscienza dell’alienazione cui è condannato a vivere nella società capitalista.

Per il suo buon carattere, tuttavia, Francesco sopportò con perfetta pazienza lo stile di vita alternativo dei suoi genitori. E cercò di non dar peso al senso di emarginazione provato ogni volta che i suoi compagni di scuola commentavano il programma televisivo visto la sera prima.

Che poi su questa picca iconoclasta dell’ingegner B. e della professoressa sua moglie pesassero di più le considerazioni marxiane sul feticismo della merce o una certa eredità giansenista, che bene del resto avrebbe spiegato la sensibilità di questa famiglia dislocata fra Milano e il Tirreno granducale, non saprei dire.

Resta il fatto che il piccolo Francesco non ebbe modo per questo di conoscere tutte le meravigliose cose che i suoi compagni ebbero invece per compagne dell’età più bella: il genio dei cani, le avventure in elicottero, il comandante Koenig e la dottoressa Russell. I giochi senza frontiere e la sinfonia dei giocattoli di Mozart padre a inaugurare la tv dei ragazzi. Le maledizioni ultraterrene e terrifiche degli sceneggiati con Ugo Pagliai. Quel tuuu ipnagogico del monoscopio, quando alla sera, finalmente, tramontava la Rai. Nessuna di queste meraviglie. Solo Agnesi che andavano a morire, gavette di ghiaccio, diari di Anna Frank e Marcovaldi.

Dal televisore si passò poi ad una lunga serie di defalcazioni dalla lista dei beni di consumo cui era permesso l’accesso in casa dell’ingegner B. e che sarebbe noioso elencare, per quanto forse istruttivo rispetto allo spirito di tutta un’epoca.



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